Bitter

Le Bitter sono birre di facile bevibilità (session beer) a bassa gravità, bassa gradazione alcolica e bassa carbonazione. Il profilo del malto non sovrasta la caratteristica di amaro: al naso rilascia un aroma di malto da basso a moderato con un lieve presenza di caramello. Comuni le note di pane, biscotto o lieve malto tostato. Fruttato e aroma di luppolo variabili da basso a moderato, tipicamente con caratteristiche floreali, terrose, resinose e/o fruttate.

Gusto: amaro da medio ad elevato, con luppolo tipicamente terroso, resinoso, fruttato e/o floreale. La maltosità va da bassa a media con finale secco. Colore: da ambrato pallido a ramato chiaro. Buona limpidezza e schiuma da bassa a moderata tra il bianco e il crema. La schiuma può essere scarsa per la bassa carbonazione.

La British Bitter è una delle due varianti della English Pale Ale, spesso considerata la sua diretta erede. In effetti, oggi molte autorità birrarie, come il BJCP (Beer Judge Certification Program), classificano la British Bitter come uno dei sottostili di più alto grado alcolico all'interno della categoria delle Pale Ale.

Per comprendere appieno la storia della British Bitter, è necessario fare un tuffo nella narrazione della sua progenitrice, la English Pale Ale. Questa birra ha una storia intrigante, e per un approfondimento su di essa, rimandiamo alla pagina dedicata. In breve, la storia delle Pale Ale può essere riassunta in questo modo.

La Pale Ale fece la sua comparsa nel Regno Unito intorno alla metà del XVIII secolo, coincidendo con l'introduzione del forno a getto d'aria per essiccare il cereale, sostituendo il vecchio metodo a fiamma diretta. Questo nuovo processo conferiva alla birra una tonalità più chiara rispetto alla media dell'epoca, quindi fu chiamata Pale Ale. Nonostante rappresentasse un'innovazione nel panorama birrario, l'adozione fu inizialmente lenta, a causa di diversi fattori, tra cui il costo al bancone associato alla produzione (la nuova tecnologia di cottura del malto era costosa). Col tempo, il suo profilo di spesa si stabilizzò, e nel XIX secolo, la Pale Ale divenne il genere di birra dominante in Inghilterra, dando origine a due nuove variazioni: l'IPA e la Bitter.

La Pale Ale, presumibilmente preparata con una quantità moderata di luppolo (come suggerisce l'etichetta "Ale"), ebbe un notevole sviluppo e diffusione nell'Ottocento, in parte grazie alla rivoluzione industriale. Questo stile di birra generò una piccola rivoluzione nei costumi inglesi, soprattutto grazie alla diffusione del vetro. Le versioni in bottiglia delle Pale Ale divennero molto popolari tra i consumatori domestici, poiché il vetro permetteva di conservare fragranza e freschezza. Queste versioni imbottigliate erano in condizioni migliori rispetto a quelle servite nei pub attraverso il sistema di spillatura diretta, che erano esposte all'aria e all'ossidazione, spesso perdendo parte delle loro qualità sensoriali.

Per controbilanciare le sfide della conservazione e della servizio delle Pale Ale non imbottigliate, iniziarono ad essere apportate alcune modifiche. Queste birre furono preparate con impasti di cereali che conferivano loro una tonalità più scura, tendente al ruggine, insieme a un contenuto alcolico medio che accelerava il consumo dei fusti in legno. Inoltre, venne aumentata la quantità di luppolo, in proporzione alla struttura più leggera del prodotto, per ottenere un amaro più marcato. Questo portò alla loro denominazione come "Bitter," che le distinse dalle altre. In pratica, un nuovo stile di birra era nato. Queste Bitter divennero una parte integrante del pub tradizionale, dove venivano servite direttamente dalle botticelle in legno, attraverso la spillatura a pompa o a caduta, senza confezionamenti in acciaio. Questo contribuì a rendere le Bitter le birre della tradizione per eccellenza, anche se come stile vero e proprio emersero solo nell'Ottocento.

Ora, per una visione completa, vediamo la classificazione attuale delle Bitter secondo il BJCP, con le relative caratteristiche organolettiche:

Ordinary Bitter: Colore dall'ambrato al ramato chiaro; aroma tostato con toni di biscotto e sottili note di caramello, leggere sfumature fruttate (mela), insieme a sentori floreali, terrosi e resinosi del luppolo. Al palato, si osserva un equilibrio tra il fondo maltato e l'amaro secco (25-35 IBU). Il grado alcolico varia dal 3.2% al 3.8%.

Best Bitter: Anche chiamata Premium Bitter. Colore dall'ambrato al ramato pieno; aroma tostato con toni di biscotto e note contenute di caramello, leggere sfumature fruttate (mela), insieme a sentori floreali, terrosi e resinosi del luppolo. Al palato, si osserva un equilibrio tra il fondo maltato e l'amaro secco (25-40 IBU). Il grado alcolico varia dal 3.8% al 4.6%.

Strong Bitter: Questa era precedentemente nota come ESB (Extra Special Bitter o Extra Strong Bitter), ma oggi è utilizzata come sigla commerciale esclusiva da Fuller's. In passato, il BJCP aveva considerato questo sottostile Bitter come una forma di Pale Ale. Questo stile ha un colore dall'ambrato al ramato scuro; aroma tostato con toni di biscotto e, talvolta, moderati di caramello, sensibili note fruttate (mela), insieme a sentori floreali, terrosi e resinosi del luppolo. Al palato, il maltato e la presenza alcolica bilanciano l'amaro secco (30-50 IBU). La gradazione alcolica varia dal 4.6% al 6.2%.